“Quello che parte dall’Italia e’ un grido di dolore e non una richiesta di aiuti economici. E’ la richiesta di un intervento serio da parte di tutti gli stati dell’Unione europea che sono chiamati farsi carico di una responsabilita’ per risolvere il problema dell’immigrazione, un problema che va risolto alla radice. I muri non servono”.
Queste le parole del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, al XVIII Congresso parlando della questione migranti. “Il Parlamento europeo e’ stato molto duro nei confronti di quei paesi che non rispettano gli accordi presi, innanzitutto per quanto riguarda il ricollocamento dei rifugiati. Il Consiglio europeo – aggiunge – aveva deciso che dovevano farsene carico tutti paesi dell’Unione europea, il Parlamento europeo ha approvato un documento che poi ha spinto la Commissione europea ad aprire la procedura di infrazione nei confronti di tre paesi. Non e’ una questione solo della Commissione europea che ha fatto la su parte, sono gli Stati membri che devono assumersi le loro responsabilita’: fare la riforma del diritto d’asilo, intervenire con un vero piano Marshall in Africa, perche’ – avverte – o si risolve il problema in Africa il piu’ rapidamente possibile, o altrimenti quello che stiamo vedendo oggi sara’ moltiplicato per 10 o per 100 nei prossimi anni”.
E sottolinea come la situazione nell’Africa subsahariana sia veramente esplosiva, “bisogna arrivare ad un’accordo con la Libia, noi stiamo sostenendo un governo che faticosamente sta cercando di trovare consensi e risolvere gli enormi problemi che ci sono dopo la caduta di Gheddafi”.
“Mi auguro che non si perda altro tempo perche’ sarebbe irresponsabile farlo. E’ inaccettabile che non si intervenga in tempi rapidi con una solidarieta’ che non puo’ che essere un forte impegno generale, altrimenti la situazione non si risolvera’. Io sono molto preoccupato, sono stato molto duro in questi giorni e molto fermo”.
“Non credo che la solidarieta’ possa essere mai a senso unico, noi – avverte – abbiamo aiutato molto coloro che uscivano dalla dittatura sovietica, ora, nel momento in cui la Grecia, ma in questo momento in particolare l’Italia, ha bisogno della solidarieta’ degli altri, e gli altri non possono tirarsi indietro”. “Non possiamo fare a meno vostra voce ed esperienza – aggiunge rivolgendosi ai delegati Cisl- per prendere decisioni future”.
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