Vi sono questioni di estrema urgenza ancora aperte perché mai affrontate in tema di salute e welfare in Puglia. E questo a distanza di un anno dall’avvio della vertenza regionale su questi temi e circa cinque mesi dalla nostra manifestazione e dall’ultimo confronto con il presidente-assessore Michele Emiliano. Servono risposte alle persone, ai lavoratori, alle famiglie e ai pensionati. E servono subito, perché la salute non si negozia. Il Presidente della Regione deve capire che senza un sistema di relazioni sindacali per la promozione della salute e del welfare il castello cade. E’ il giudizio dei Segretari generali di Cgil Cisl Uil regionali – Pino Gesmundo, Daniela Fumarola e Franco Busto – che hanno questa mattina tenuto a Bari gli Attivi unitari, alla presenza della segretaria nazionale confederale della Uil, Silvana Roseto, con al centro proprio la vertenza sanità, a fronte delle risposte parziali e non soddisfacenti avute nel confronto con la Regione e dei segnali non in controtendenza che arrivano dal Governo nazionale. Liste d’attesa, sanità territoriale, mobilità, rete dell’emergenza-urgenza, controllo della spesa, organici: è lunga la lista delle doglianze del sindacato, che ha rilanciato la propria piattaforma di proposte, a partire dall’accordo che fu sottoscritto già nel dicembre 2016. Per Gesmundo, Fumarola e Busto “va aperto immediatamente un confronto vero, stabile, che parli della pelle viva delle persone con atti concreti. La concertazione è una cosa seria: allora apriamolo questo confronto. Cerchiamo tutte le condivisioni possibili sui temi della programmazione e dei processi di innovazione sanitaria, sociosanitaria e sociale, definiti in sede ministeriale dagli atti che sostengono il Piano Operativo 2016-2020. Piano del quale non ci è dato di sapere nulla”. Tra le tante priorità in testa alla lista vi è “la riduzione dei tempi di attesa, una problematica vissuta dai cittadini e dai pazienti come la grande criticità che compromette l’accesso e la fruizione delle prestazioni sanitarie da erogare. A questa si aggiungono il necessario rafforzamento dei Servizi territoriali e dell’integrazione socio-sanitaria, il potenziamento della prevenzione, l’attivazione dei PTA, lo sviluppo delle Case della Salute e delle cure primarie e intermedie. Ci sono poi questioni legate alla mobilità sanitaria, alla qualificazione della rete dell’emergenza-urgenza e della rete ospedaliera – con la realizzazione dei nuovi ospedali, all’adeguamento degli organici e al superamento del precariato. A tutto questo, si aggiunge la necessità di ripensare il ruolo della Sanità privata convenzionata, che ‘copre’ in media il 16% dei posti letto ospedalieri, raggiungendo il 40% nel settore della post acuzie, e che dovrebbe integrare il sistema pubblico piuttosto che essere un competitor, sfruttando condizioni di maggior favore dovute in parte, a cornici contrattuali meno tutelanti per il personale impiegato, che generano forme vere e proprie di dumping contrattuale sulle quali, non abbiamo registrato una decisa e determinante azione di contrasto dell’Amministrazione Regionale”. Una presenza, quella dei privati, che per Cgil Cisl Uil sta diventando “sempre più consistente in Puglia e sulla quale più volte siamo intervenuti richiamando l’attenzione dei politici. Quello di cui c’è bisogno è un quadro di programmazione, basato sulle analisi epidemiologiche e demografiche, in cui il settore pubblico e quello privato possano convivere in maniera funzionale nell’esclusivo interesse dei cittadini. La questione dell’assistenza ospedaliera è stata sino ad oggi affrontata in modo generico, mentre occorre una riflessione sia sull’impatto della riconversione dei piccoli ospedali in PTA e/o Ospedali di Comunità, che sulla realizzazione di future sedi ospedaliere. Serve inoltre una verifica puntuale su ciò che il riordino ha prodotto in termini di migliore offerta sanitaria ospedaliera, che era uno degli obiettivi dichiarati. Vuol dire strutture dipartimentali, dotazione strumentale, dotazione organica in particolare quella medica”. In tema di prevenzione per il sindacato “una particolare attenzione alla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I recenti dati dell’Osservatorio Statistico dei consulenti del lavoro, hanno confermato che siamo in piena emergenza. Assegnano la maglia nera per il numero assoluto di malattie cancerogene imputabili all’attività lavorativa a Taranto. Un dato a dir poco allarmante. Una ulteriore conferma che mette in evidenza la miopia del Governo che ha tagliato del 32% le tariffe Inail con l’ultima manovra di bilancio, mentre non si hanno più notizie del Centro ambiente e salute”. Altro tema su cui Cgil Cisl Uil non intendono fare un passo indietro “è quello del personale e soprattutto del tetto di spesa previsto dalla normativa nazionale. Un blocco che mette a rischio la programmazione di nuove assunzioni e di conseguenza l’avvio e la funzionalità dei servizi. Ma continuando sulla via dei tagli lineari e antisociali si mette in serio pericolo la continuità e la qualità dei livelli essenziali di assistenza, oltre che il quadro di rispetto dei diritti, delle tutele e delle condizioni di lavoro dei dipendenti del Servizio sanitario regionale”. “Siamo in attesa che ci vengano presentati i documenti di indirizzo e programmazione legati all’attuazione del Piano Operativo ed eventuali progetti elaborati, al fine di condividere, nel rispetto dei reciproci ruoli, percorsi di riforma, sperimentazione, valorizzazione di modelli organizzativi e di erogazione delle prestazioni”. Tante, quindi, le criticità del sistema, “che rimangono purtroppo ancora oggi le stesse che abbiamo denunciato negli scorsi mesi e che ci hanno portato a mobilitarci per dare voce al disagio e malcontento espressi da cittadini e operatori del Servizio Sanitario. Serve una svolta verso una Agenda Sanità 2019-2021, che parta proprio dal Piano Regionale per il governo delle liste di attesa (PRGLA). È questa la proposta che come CGIL, CISL e UIL vogliamo lanciare oggi all’Assessore alla Sanità”. Servono insomma nuove e condivise misure “per garantire l’accessibilità alle cure e l’esigibilità del diritto alla salute a tutti. Nel sistema pugliese purtroppo c’è un problema di difficoltà di accesso alla rete d’offerta sanitaria, sociosanitaria e sociale. Liste e tempi d’attesa eccessivi comportano disuguaglianze nell’accesso alle cure fra chi può permettersi di pagare le prestazioni in regime di solvenza e chi no. In questa prospettiva diventa ineludibile ridurre liste e tempi d’attesa. Vanno integrate da subito, senza attendere oltre, le agende di tutti gli erogatori (ospedali, ambulatori pubblici e privati convenzionati con il SSN), realizzando un Punto unico per le prenotazioni di esami diagnostici, visite e interventi chirurgici”. Così come nel Piano Regionale per la gestione delle liste d’attesa (PRGLA) “va puntualmente definita l’ipotesi, prevista dalla citata LR, secondo cui qualora la programmazione ordinaria non permetta la prestazione nei tempi dovuti in base ai codici di priorità, la prenotazione può essere stabilita “fuori agenda” in intramoenia o presso strutture private accreditate, al costo per l’utente del solo ticket sanitario, se dovuto. Vanno, inoltre, definiti accordi contrattuali per rendere disponibili le eventuali risorse da destinare all’implementazione delle attività istituzionali in regime di SSN su patologie di particolare gravità e con eccessivi tempi e liste di attesa”. Queste sono le proposte sulle quali vogliamo sfidare il Presidente ad aprire un serio e costruttivo confronto sulla riorganizzazione dell’offerta sanitaria nella nostra regione. Analoga necessità ed urgenza segnaliamo in tema di welfare. Non basta avere confronti con la struttura tecnica. Aspettiamo ancora di aprire il confronto politico con l’Assessore. Per tutto questo stamani siamo qui per rilanciare una vertenza che non vuole essere solo regionale, ma che si inquadra in un contesto ancora più ampio, che CGIL, CISL, UIL Nazionale hanno promosso in questi mesi, a partire dall’iniziativa unitaria di Salerno dello scorso Settembre, avendo come priorità il rilancio del servizio sanitario pubblico e universale. Oggi, riparte in Puglia la mobilitazione di CGIL, CISL, UIL sulla sanità e sul welfare, con un percorso che vogliamo programmare di iniziative territoriali, per giungere a quelle previste sul piano nazionale. Se c’è la volontà politica è questo il momento di dimostrarlo. Alla Regione diciamo: ci convochi e progettiamo insieme il cambiamento. In caso contrario, il Presidente sappia che la nostra mobilitazione per sostenere questa importante vertenza non si placherà.
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