Sbarra, la soluzione è l’Europa dei Popoli aperta al dialogo sociale
[Cisl Nazionale, Cisl Puglia]
“Quando ci si domanda a cosa serva l’Unione, è in questo scenario che bisogna ragionare. In questo oceano in tempesta l’Europa non è il problema. L’Europa dei Popoli è la soluzione”. Lo ha detto il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, intervenendo alla Tavola rotonda ‘L’Europa in tasca…e poi?’ organizzata dalla Cisl Puglia a Bari. Secondo Sbarra “l’Europa del lavoro e del welfare, degli investimenti e della contrattazione è oggi l’unica dimensione in grado di orientare in senso positivo e progressivo le grandi transizioni in atto. Solo realizzando e sviluppando insieme il Pilastro Sociale possiamo essere determinanti nella definizione di politiche espansive e redistributive. Esclusivamente in questa dimensione possiamo combattere il dumping salariale e contrattuale che si affaccia nel villaggio globale, facendo massa critica negoziale e imponendo standard sociali elevati agli interlocutori dei nostri Trattati”. Il Segretario generale aggiunto ha poi rilanciato l’appello “ai candidati qui presenti e a quelli di ogni schieramento, lavorando in maniera bipartisan alla costruzione di un’Unione concertativa, politicamente integrata, aperta al dialogo sociale, pienamente rappresentativa e democratica”. Nella sua relazione introduttiva la Segretaria generale della Cisl Puglia, Daniela Fumarola, ha posto l’accento sul fatto “che le elezioni del Parlamento europeo possano essere un’opportunità per la svolta verso un’Europa solidale che possa mettere al centro dei propri programmi la persona umana riprospettando così ciò che i Padri fondatori vollero proporre alle popolazioni”. Secondo Fumarola “c’è poi un legame profondo che connette il destino dell’Europa a quello del nostro Mezzogiorno. Un legame economico, prima di tutto, che richiama l’esigenza di mettere in moto le grandi potenzialità inespresse delle nostre aree sottoutilizzate. Il Mezzogiorno d’Italia è anche Mezzogiorno d’Europa – incalza la Segretaria Cisl – ed è nella dimensione comunitaria che vanno proiettati gli obiettivi e raccolte le sfide. Il legame tra la questione meridionale e il destino dell’Europa è forte e biunivoco: avviare lo sviluppo del Sud vuol dire evitare che l’Italia tutta, si trasformi in un Mezzogiorno continentale, con conseguenze rovinose per tutta la Unione europea. Ed è mettendo al centro le persone e il lavoro che si vince la sfida, anche in Europa. In questo contesto, rendere la Puglia, una regione attrattiva, moderna, innovativa e capace di dare piena attuazione alle richieste dei cittadini, è quanto mai importante. Una regione la nostra, che non ha saputo curare piaghe che offendono la dignità delle persone e spezzano vite umane: il caporalato, le agromafie, il lavoro nero, demansionato, insicuro e sottopagato, alle quali si aggiunge la fuga di ragazze e ragazzi scolarizzati che in assenza di opportunità lavorative abbandonano le nostre terre. La Puglia, come prevedono recenti studi, non può diventare terra di persone anziane alle quali purtroppo, a partire dall’offerta socio sanitaria, già oggi, non si è in grado di garantire sempre, le più essenziali certezze per una vita tranquilla”. Secondo Fumarola in Puglia, come in tutto il Mezzogiorno, “occorre abbandonare un approccio che identifica nelle risorse dei Fondi comunitari il beneficio atteso, oppure ritenere che siano sostitutive alla dotazione ordinaria mentre, continuiamo a pensare che vada favorita una chiara definizione delle opere prioritarie da realizzare, privilegiando interventi che generano flussi di investimenti privati in grado di sostituire nel medio periodo l’input pubblico”. Il dibattito animato da Francesco Gioffredi del Quotidiano di Puglia è stato caratterizzato dagli interventi degli Eurodeputati Elena Gentile, che ha evidenziato quanto “la concertazione sia un valore non solo per il sindacato ma soprattutto della politica”, e Raffaele Fitto che si è mostrato d’accordo con la Cisl riguardo “i fondi europei da non ritenere sostitutivi ma aggiuntivi soprattutto per lo sviluppo delle aree del Mezzogiorno”. A dare un contributo tecnico-scientifico alla tavola rotonda ci hanno pensato Federico Pirro, docente di Storia dell’Industria all’UniBa, che ha invocato la “costituzione di gruppi industriali europei capaci di competere a livello globale” e l’economista del Centro Studi di Confindustria nazionale, Piergiorgio Carapella che ha auspicato che “l’UE dovrebbe prevedere investimenti mirati per aumentare il potenziale di crescita economica insieme ad una politica industriale europea”.
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