Intervento della Segretaria della Cisl Puglia sulle pagine del Quotidiano
[Cisl Puglia]
I prossimi mesi saranno decisivi per riprogrammare la politica di sviluppo della nostra regione dopo lo stop forzato dovuto alla pandemia. Gli ultimi dati Bankitalia hanno confermato come, dopo cinque anni di lenta e faticosa ripresa, che pure non era riuscita a recuperare il ritardo accumulato durante la crisi del 2008/2009, la Puglia abbia dovuto fare i conti con una débâcle economica inattesa che ha costretto, per esempio, a dover quintuplicare nei primi quattro mesi del 2020 il ricorso alla cassa integrazione. Inoltre destano non poche preoccupazioni le prospettive per il futuro, al di là dei problemi generali che riguardano non solo tutta l’Italia ma gran parte dell’Europa, specie quella manifatturiera. Cosa succederà alla siderurgia tarantina? Che futuro potremo pensare per il comparto dell’automotive che in Puglia è prevalentemente connesso con diesel e con l’industria di settore tedesca? Cosa potremo aspettarci nel settore dell’aerospazio alle prese con una crisi planetaria generale causata dalla riduzione dei voli e da minori commesse? E il turismo e i settori collegati come supereranno una stagione che per forza di cose certo non sarà ai livelli degli anni scorsi? A quando il rilancio del settore delle costruzioni? Non si tratta di piangersi addosso, ma di essere consapevoli che serve una strategia che faccia leva su tutte le intelligenze e tutte le risorse di cui dispone il territorio e il Paese. A cominciare dai fondi strutturali, dal futuro Recovery Fund, e dagli stanziamenti previsti dal piano Sud. È in questi mesi, in queste settimane, che si potrà costruire la Puglia del domani, facendo scelte, programmando uno sviluppo sostenibile che non può essere lasciato al miraggio liberista di un mercato che si autoregola, né alle paralisi decisionali di certa politica. L’auspicio, allora, è che le elezioni amministrative siano occasione per i partiti di mettere in priorità il tema di una nuova stagione di responsabile concertazione che sappia utilizzare al meglio progetti e risorse, e costruire nel segno della corresponsabilità. Per questo agli Stati generali convocati dal Governo, la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan ha proposto un Patto sociale, nella consapevolezza che una fase difficile come l’attuale non possa essere governata con logica divisiva. Si tratta di mettere insieme sindacato, imprese, istituzioni su obiettivi strategici condivisi che facciano della coesione sociale, del rilancio produttivo, della salvaguardia occupazionale la chiave di volta della ripartenza. Un obiettivo che passa per una nuova politica industriale, per lo sblocco degli investimenti su infrastrutture materiali e sociali, digitalizzazione, ricerca e sviluppo, formazione, sanità, scuola e pubblica amministrazione. Determinante sarà anche la capacità che il sistema-Puglia avrà di riqualificare i servizi, integrando le fasce sociali più fragili, a partire da pensionati e non autosufficienti. Il Paese ne uscirà se riuscirà a realizzare quell’unità di intenti e di azione che ha saputo esprimere nei momenti più difficili della sua storia, mettendo a sistema le grandi potenzialità inespresse dei nostri territori, dall’industria all’agroalimentare, dal turismo all’artigianato, dall’aerospazio all’economia del mare, dalla chimica alla logistica. È dal valore e dai valori del lavoro che dobbiamo ripartire, sapendo che solo un’occupazione di qualità, ben formata, retribuita, contrattualizzata può garantire elevati standard di produttività e dunque competitività d’impresa. Da qui bisogna cominciare a disegnare un grande accordo per la crescita e la coesione della Puglia ricostruendo un orizzonte di speranza per tutti.
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