Nel Disegno di legge di bilancio per il 2021, approvato dal Consiglio dei Ministri approvato nei giorni scorsi, mancano le risorse aggiuntive per consentire l’apertura del negoziato per il rinnovo dei contratti pubblici 2019 -2021.Manca un efficace piano complessivo di reclutamento di nuovo personale, volto a colmare le gravi lacune di organico presenti nelle pubbliche amministrazioni, così come non vi è alcuna garanzia di stabilizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici. Sono assenti interventi strutturali volti a promuovere l’innovazione ed il potenziamento dell’organizzazione del lavoro e dei servizi delle pubbliche amministrazioni così come mancano le risposte normative utili a riequilibrare il rapporto legge – contratto e a superare i vincoli e i tetti che attualmente imbrigliano la contrattazione collettiva integrativa negli enti e nelle amministrazioni, tanto nelle funzioni centrali, quanto nella sanità e nelle funzioni locali.
Le risorse finora stanziate dalle ultime due leggi di bilancio, integrate con i 400 milioni di euro promessi con la legge di bilancio per il 2021, sono del tutto insufficienti a consentire la riapertura della stagione contrattuale, perché dagli importi messi a disposizione per i rinnovi contrattuali vanno stornate le risorse necessarie a finanziare la indennità di vacanza contrattuale già in corso di erogazione, nonché le risorse corrispondenti all’elemento perequativo.
Da tempo le organizzazioni sindacali chiedono l’avvio di un confronto a tutto campo per innovare il lavoro pubblico e le pubbliche amministrazioni. Da ultimo, le federazioni nazionali lo hanno chiesto con la lettera del 19 Ottobre u.s. indirizzata a tutti i Ministri della Repubblica, al Presidente della Conferenza delle Regioni e ai Presidenti di Anci ed UPI che ad ogni buon conto si invia in allegato alla presente.
Per queste ragioni le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo stato di agitazione e stanno esperendo le relative procedure. Per le le stesse ragioni, le organizzazioni sindacali chiedono ai Parlamentari pugliesi di farsi portavoce delle problematiche esposte e promotori di eventuali soluzioni tese a valorizzare l’ultimo baluardo dei diritti di cittadinanza del nostro Paese: la Pubblica Amministrazione.
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