PRESENTATA A BARI LA MOBILITAZIONE UNITARIA REGIONALE DEGLI OPERATORI DELLA SANITA’ PRIVATA DI DOMANI 27 LUGLIO 

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I lavoratori della Sanità privata di Puglia tutti, malgrado abbiano contribuito in maniera determinante ad affrontare il periodo pandemico e pazientemente aspettato che la Regione Puglia, così come nel resto del Paese, onorasse i propri impegni economici frutto dell’accordo Stato Regioni che ha determinato la sottoscrizione del CCNL di categoria fermo da oltre 10 anni, assistono al classico gioco al rimbalzo delle responsabilità tra le associazioni datoriali e la Regione Puglia.  

A dichiararlo i Segretari generali regionali di FP CGIL Domenico Ficco, FP CISL Aldo Gemma e UIL FPl Giuseppe Vatinno. 

Una situazione non più sostenibile, illustrata a Bari nel corso di una conferenza stampa, che avrà il suo epilogo con la mobilitazione regionale di domani 27 luglio a Bari dalle ore 9:00 alle ore 11:00, sul piazzale antistante la sede della Presidenza della Giunta Regionale, lungomare Nazario Sauro, 33  

“Questa condizione- spiega Aldo Gemma Segretario generale FP Cisl Puglia –  fa specie ancor di più nella consapevolezza che a ricoprire il ruolo di vice presidenza della Conferenza Stato Regioni e delle Province autonome, sia proprio la Puglia. A questo si aggiunge la situazione paradossale del di due grandi strutture Universo salute e La nostra famiglia il cui contratto è stato disapplicato prima, compiendo una furbata. Per non applicare il contratto, lo stesso è stato disapplicato. Abbiamo lavoratrici e lavoratori che non soltanto non vedranno riconosciuti gli ultimi 10 anni di contratto, ma con l’applicazione di un contratto in peius, quindi si lavora proprio sulla pelle dei lavoratori, che voglio ricordare sono quelli che hanno sorretto nel periodo tragico del Covid la sanità, non solo pubblica ma anche privata, sono stati in grado di far sopportare e supportare alla popolazione questo periodo nero, e continuano a farlo in maniera indefessa, persone alla quale dobbiamo riconoscere tutto il loro ruolo sanitario, sociale, professionale e per questi motivi, ancora di più ci mortifica questa situazione. Dalla mobilitazione di domani ci aspettiamo che la politica dia una risposta, e in questo momento è la grande assente. 

“Un appuntamento quello di domani – aggiunge FP CGIL Domenico Ficco – che si è reso indispensabile per via delle modalità con cui la Regione Puglia decide di confrontarsi con noi su temi molto delicati e che affondano le radici nel passato, stiamo infatti parlando del rinnovo del contratto della sanità privata che risale a ottobre dello scorso anno e che in Puglia non trova ancora applicazione. Ancora parliamo delle modalità con cui si procede alle internalizzazioni nelle Sanitaservice, che è sempre un pezzo della sanità privata nella nostra regione, parliamo del premio Covid che risale al periodo 15 marzo 15 maggio 2020, Tutti temi che abbiamo provato ad affrontare in steep diversi con la Regione Puglia, invitandoli ad assumere un atteggiamento di responsabilità considerando la fase cha abbiamo attraversato. Oggi ci ritroviamo ancora ad assistere a continui rinvii senza mai giungere ad una determinazione certa per tutti i lavoratori coinvolti. Non c’è più tempo per ulteriori rinvii. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una nota del dipartimento che sancisce una possibile soluzione a settembre e francamente a distanza di oltre un anno, per noi non è tollerabile. 

E’ un contratto che a distanza di 1 anno – conclude UIL FPl Giuseppe Vatinno – vede ancora tante strutture non applicarlo, adducendo la responsabilità alla Regione che non ha riconosciuto, nonostante l’impegno preso lo scorso anno in conferenza Stato Regione, la copertura del 50% del costo dell’applicazione contrattuale. Chiediamo alla Regione di farsi portatore di questo malcontento nella sanità privata. E’ importante ribadire che ancora una volta i dipendenti sono penalizzati rispetto agli stessi colleghi del settore pubblico nonostante abbiano identiche funzioni, professionalità e abbiano contribuito in egual misura a porre un freno alla pandemia. Nonostante siano stati considerati “eroi”, quando si tratta di riconoscere il lavoro svolto, nascono i problemi di cui stiamo parlando oggi. 

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