Una ‘Agenda Sanità 2019-2021’ che parta dal Piano Regionale per il governo delle liste di attesa (PRGLA). È la proposta della Cisl Puglia lanciata all’Assessore alla Sanità, Michele Emiliano, al termine del focus tematico che si è tenuto a Bari. Il paradosso attuale, secondo la Cisl, è che al diminuire dell’intensità di cura cresce l’incertezza delle soluzioni. Oltretutto l’integrazione fra ospedale e territorio è il tallone di Achille dei processi di riforma che si sono susseguiti negli ultimi 10 anni in Puglia: oggi è ancora l’orizzonte mancato. Si tratta di una sfida di sistema che i vari Governi Regionali non sono riusciti ad affrontare e centrare; un punto di criticità fondamentale che va risolto se si vuole recuperare il patto fiduciario fra cittadini e servizio sanitario. Il ritardo della risposta pubblica ha di fatto generato un mercato privato capace di «anticipare domande complesse» per chi può pagare i servizi e le prestazioni sanitarie. Ciò che si propone sono tre assi rivendicativi: uno strutturale che punta alla qualificazione delle cure intermedie, uno organizzativo che assume strategicamente l’obiettivo della presa in carico ed uno in chiave evolutiva. Occorre in primo luogo valorizzare la rete d’offerta di posti letto a totale carico del Fondo Sanitario Regionale a netta prevalenza pubblica, nella logica della sanità d’iniziativa. Attivare quantitativamente l’offerta sanitaria prevista nei singoli 36 PTA, in modo da poter disporre di più posti letto per riabilitazione/lungodegenza e post/sub acuti. Riorganizzare ed identificare i Presidi Ospedalieri Territoriali per livello di complessità delle reti cliniche, con relativa dotazione di posti letto, gestione infermieristica, responsabilità clinica dei MMG. Valorizzare/responsabilizzare i Medici Medina Generale e Pediatri di Libera Scelta nella presa in carico (unicità del clinical manager). Servono insomma nuove e condivise misure per garantire l’accessibilità alle cure e l’esigibilità del diritto alla salute. Nel sistema pugliese purtroppo c’è un problema di difficoltà di accesso alla rete d’offerta sanitaria, sociosanitaria e sociale. Liste e tempi d’attesa eccessivi comportano disuguaglianze nell’accesso alle cure fra chi può permettersi di pagare le prestazioni in regime di solvenza e chi no. In questa prospettiva diventa ineludibile ridurre liste e tempi d’attesa e come abbiamo richiesto e come l’approvata LR n.13/2019000 ha stabilito, vanno integrate da subito, senza attendere oltre, le agende di tutti gli erogatori (ospedali, ambulatori pubblici e privati convenzionati con il SSN), realizzando un Punto unico per le prenotazioni di esami diagnostici, visite e interventi chirurgici. Così come nel PRGLA va puntualmente definita l’ipotesi, prevista dalla citata LR, secondo cui qualora la programmazione ordinaria non permetta la prestazione nei tempi dovuti in base ai codici di priorità, la prenotazione può essere stabilita “fuori agenda” in intramoenia o presso strutture private accreditate, al costo per l’utente del solo ticket sanitario, se dovuto. Vanno, inoltre, definiti accordi contrattuali per rendere disponibili le eventuali risorse da destinare all’implementazione delle attività istituzionali in regime di SSN su patologie di particolare gravità e con eccessivi tempi e liste di attesa (cosiddette prestazioni aggiuntive). Vanno, pertanto attivate, senza ulteriori ritardi, tanto nella Rete Ospedaliera che nei Presidi territoriali di assistenza della Medicina di prossimità, interventi operativi, come la gestione dei codici bianchi e verdi in corsie dedicate, la definizione di procedure di presa in carico con priorità di accesso ai reparti, a parità di codice, nel caso di soggetti fragili o anziani e la responsabilizzazione, non solo delle Direzioni Generali (come stabilito dalla Legge Regionale n.13/2019) ma anche delle direzioni strategiche delle ASL (i Direttori Sanitari, i Direttori Amministrativi e i Direttori di Struttura Complessa delle strutture sanitarie) rispetto al raggiungimento degli obiettivi di riduzione di liste e tempi d’attesa e la giusta valorizzazione delle diverse professioni sanitarie. Queste sono le proposte sulle quali vogliamo sfidare l’Assessore alla Sanità/Presidente Emiliano ad aprire un serio e costruttivo confronto sulla riorganizzazione dell’offerta sanitaria nella nostra regione, a partire come si è detto da temi come quello delle liste di attesa che rappresentano un fenomeno percepito dai cittadini e dai pazienti come un elemento di forte criticità che compromette l’accessibilità e la fruibilità delle prestazioni da erogare.
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