La riforma fiscale deve riguardare in primo luogo come rendere piu’ pesanti i salari e le pensioni” perché “oggi l’85% dell’erario è sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati”. Così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan al termine dell’incontro svoltosi oggi a Palazzo Chigi insieme ai leader di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Carmelo Barbagallo con il premier, Giuseppe Conte sulla riforma fiscale. Il tavolo a Palazzo Chigi è stato il primo di una lunga serie di consultazioni che hanno avuto luogo nell’arco dell’intero pomeriggio tra governo, sindacati e tutte le associazioni di impresa per illustrare a grandi linee le misure fiscali che dovrebbero entrare nella legge di Bilancio 2020. Al tavolo con il presidente del Consiglio anche il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli e il viceministro dell’Economia, Laura Castelli.
“Il governo ci ha detto con chiarezza che non ha ancora definito un proprio progetto di riforma fiscale. A quel punto abbiamo espresso quelli che per noi devono essere gli obiettivi di una riforma del fisco e cioè una riforma che premi chi le tasse le paga e cioè i lavoratori dipendenti e i pensionati” ha spiegato la leader della Cisl facendo riferimento alla proposta complessiva di riforma fiscale contenuta nel documento unitario sul fisco elaborato da Cgil Cisl Uil in previsione della manovra di Bilancio e della preannunciata riforma fiscale. “Questo – ha aggiunto – ovviamente toccando tutti gli strumenti possibili, rafforzando le detrazioni, la detassazioni sui salari e in particolare sul salario di produttività. Ma anche rivedendo le aliquote a partire proprio da quelle che fanno riferimento al lavoro dipendente e ai pensionati. Il Governo non ci ha saputo nemmeno dire quante risorse metterà in campo per la riforma del fisco – ha precisato. E’ ovvio che le risorse non sono una variabile indipendente. Siamo in attesta che il governo ci dica, speriamo presto, quanto intende investire”.
La leader della Cisl ha poi spiegato che Il governo si è detto attento nel tenere conto delle considerazioni dei sindacati “Per noi la centralità è il lavoro, quindi diminuire il cuneo fiscale per noi significa rafforzare le buste paga dei lavoratori, rivedere detrazioni e aliquote per noi significa rafforzare il lavoro dipendente e i pensionati facendoli pagare meno tasse”. A chi le chiedeva particolari del progetto annunciato da palazzo Chigi dal vicempremier, Luigi Di Maio: “No, non ci ha presentato alcun progetto per il taglio del cuneo fiscale” ha spiegato. “Ci ha detto solo una frase su questo tema così come era apparsa sulle agenzie di stampa stamattina”. Ha poi tenuto a ricordare che la mobilitazione dei sindacati “finalmente ha aperto il confronto e questo è un dato positivo, abbiamo portato nelle piazze italiane centinaia di migliaia di persone proprio perché si aprisse il confronto”.
Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha ribadito anche il no a condoni “più o meno mascherati” e il leader della Uil Carmelo Barbagallo ha chiesto anche la detassazione degli aumenti contrattuali.
Il programma prevedeva alle 16.45 Ugl, Usb, Cisal e Confsal, alle 17.30 Alleanza delle Cooperative, alle 18.15 Confagricoltura, Coldiretti, CIA, FederDistribuzione e Copagri; alle 19 con Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confapi, Unimpresa, Confimi Industria, Ance, Confedilizia, Confprofessioni, Cida. Infine alle 20.30 con Abi e Ania.
Un altro tavolo tra il premier Conte e le parti sociali potrebbe essere convocato per il 29 luglio sul Mezzogiorno. Mentre il 5 agosto un terzo tavolo dedicato al Lavoro. Il 30 luglio Confindustria, Cgil, Cisl e Uil si vedranno per fare il punto sul fisco e a quel punto sapranno se sul cuneo fiscale e sugli altri temi del Patto per la fabbrica, il Governo avrà ascoltato le loro richieste.
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