“La discussione in atto tra Ministero della Salute e Regioni mantiene un’impostazione che non condividiamo sulle risorse aggiuntive regionali (Rar), pur segnando significativi passi in avanti soprattutto nel tentativo, da noi fortemente voluto e condiviso dalle regioni, di contrastare le obiezioni del Mef sul superamento dei tetti di spesa sul personale, così come sanciti dal decreto Calabria”. È quanto affermano in una nota Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in merito alla discussione sul Patto per la salute.
La possibilità, proseguono, “affidata alle Regioni in equilibrio economico e rispettose dei Lea, se da un lato apre spazi importanti per la contrattazione integrativa regionale e aziendale, dall’altro, anche nella formulazione auspicata da Ministero e Regioni, si caratterizza per un’intrusione senza precedenti nelle prerogative affidate alla contrattazione nazionale. Non solo se ne fissano le quantità ma si individuano modalità di distribuzione e ulteriori istituti contrattuali che non sono previsti dai contratti nazionali. La proposta, inoltre, rischia di moltiplicare ulteriormente le differenze sui trattamenti stipendiali dei lavoratori e delle lavoratrici del Servizio sanitario nazionale”.
Per Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, “si tratta di un’ingerenza promossa principalmente dal Mef a cui non pare corrispondere un’opposizione da parte della Regioni. A questo punto, quindi, diventa indispensabile che il Governo e più in generale le istituzioni chiariscano se la reale intenzione è quella di favorire il confronto e il rapporto fra le parti sociali, sia a livello nazionale che sui territori, o, al contrario, se dobbiamo aspettarci una nuova fase di interventi a gamba tesa nei confronti della contrattazione, concludono.
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