“Va adottato quanto prima un dispositivo normativo che garantisca la continuità dei servizi pubblici e livelli di prevenzione e sicurezza il più possibile uniformi su tutto il territorio nazionale anche ricorrendo a strumenti di flessibilità straordinari, lavoro a distanza e smart working. I lavoratori dipendenti dagli uffici chiusi non devono essere penalizzati. Occorre garantire la prevenzione, la sicurezza e la tutela economica del lavoro anche nei servizi pubblici sussidiari ed esternalizzati, apprestando idonei ammortizzatori sociali” . Lo ha dichiarato il Segretario generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli, commentando l’incontro di Cgil, Cisl e Uil e delle federazioni di categoria del pubblico impiego con il Ministro della PA, Fabiana Dadone.
“Occorre dotare i lavoratori e le lavoratrici dei dispositivi di prevenzione individuali necessari – prosegue -, in relazione alla tipologia del lavoro svolto ed evitare che, soprattutto nei presidi sanitari, che il personale venga sottoposto a turni e a carichi di lavoro massacranti, compromettendo l’efficacia dei servizi e mettendo a rischio le persone interessate”.
“Abbiamo chiesto che la direttiva che il Ministro si è impegnato a fare determini le condizioni per un’applicazione flessibile, in senso permissivo, delle norme di legge e contrattuali vigenti, riguardanti la disciplina delle assenze e dei ritardi, evitando che i lavoratori collocati in quarantena o che non possano raggiungere il loro posto di lavoro, in quanto residenti nelle ‘zone rosse’ non subiscano alcuna decurtazione del proprio trattamento economico. Ad oggi i lavoratori sono stati lasciati spesso soli nella gestione dell’emergenza e registriamo un grave ritardo nella predisposizione di misure e strumenti di prevenzione e tutela che va rapidamente colmato. Ci aspettiamo che fin dalle prossime ore il Ministero intervenga, dando una risposta positiva all’insieme degli aspetti critici da noi segnalati”, ha concluso Petriccioli.
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